Il centro storico, con la sua architettura ottocentesca e la sua piazza centrale che dà l’idea di un grande salotto, è, in linea di massima, ben conservato. Con la ricostruzione post terremoto la topologia è stata in buona percentuale rispettata. Al turista che volesse incamminarsi per queste viuzze dell’abitato, che rispetto a quelle delle città pur restano a misura d’uomo, consigliamo il rione Giudecca. È la parte più antica del paese, e sorge fra il 1300 ed il 1400 ad opera di una colonia di ebrei che si trasferì in Bagnoli su invito dei commercianti del posto quando ad essi ancora non era consentito venire in Italia. Trattasi si stradine abbastanza strette, nella maggioranza dei casi inferiori ai due metri di larghezza, e da qualcuna di esse è possibile ammirare un suggestivo paesaggio urbano, come da via De Venuta che si inerpica a gradinata nei pressi dell’abside della chiesa madre. Antiche sono pure via Pallante e via Anisio, nonché via Carpine e via D’Aulisio, ove tuttavia non sono mancate deturpazioni durante l’opera di ricostruzione. Altre strade antiche sono via Garibaldi, che dalla piazza centrale porta al municipio ed alla chiesa madre, via Cione e via Marconi che portano a largo Castello, nonché via Cestaro. Delle antiche case gentilizie si ricorda quella in Piazza L. Di Capua, edificata dai Cavaniglia nel ‘600 che utilizzarono per un certo periodo dopo la vendita del Feudo nel 1583 a tal Giovanni Caputo. Passò successivamente alla famiglia Gargano che la restaurò, come informa una scritta in latino sul cornicione in pietra. Successivamente passò alla famiglia Sanduzzi. Altro fabbricato antico, come riferiscono gli storici locali, è quello in via D. Cione, ultimo a sinistra prima di raggiungere il Castello. Anche questo venne edificato dai feudatari Cavaniglia per esigenze di ospitalità, specie in periodo estivo quando la famiglia si trasferiva da Montella a Bagnoli ove il clima, per maggiore altitudine, era più fresco. Altra casa gentilizia antica è quella dei Pescatori in via Garibaldi. Ad essa va aggiunta anche quella dei Cione in via Domenico Cione che, insieme alla prima costituirono uno stesso comparto edilizio, costruito verso la fine del Seicento quale dimora estiva del Vescovo della Diocesi di Nusco, ma mai utilizzato a tale scopo. Infine vanno ricordati altri due fabbricati entrambi in piazza L. Di Capua: quello attualmente adibito ad albergo Laceno, eretto durante la prima metà del seicento, che fu casa natale del poeta bagnolese Giulio Acciano, ma che tuttavia nulla conserva dell’antica architettura a seguito di ampliamenti avvenuti, e quello dei Calderone ben conservato, specie dopo gli ultimi restauri.